Doppia con letto a castello e bagno in camera
Jerry Masslo, “padre” inconsapevole dell’asilo in Italia, rifugiato non riconosciuto e vittima (ancor prima di venire ucciso) dello sfruttamento agricolo è da sempre un esempio per il lavoro che Ciac porta avanti ogni giorno.
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Camera Jerry Masslo
Chi era Jerry Masslo
Jerry Essan Masslo (1959-1989) nasce nel 1959 in uno dei bantustan del Sudafrica, cioè quei territori assegnati alle etnie nere dal governo sudafricano nell’epoca dell’apartheid. Genitori contadini, cresce in una capanna di legno e lamiere, ma riesce comunque a studiare nelle scuole per soli neri. Attivo in politica, aderisce all’African National Congress e ad altre formazioni che si opponevano al regime segregazionista.
Il 2 marzo 1988 i genitori e il suo bambino di 7 anni vengono uccisi dalla polizia durante una manifestazione. Decide allora di fuggire imbarcandosi su una nave con il fratello. Sceso a Port Harcourt, in Nigeria, alla ricerca di farmaci per il fratello colpito da una febbre violenta, non riesce più a risalire e, rimasto solo, acquista un biglietto aereo per Roma.
Giunto in Italia, subito si sparge la voce dell’arrivo di un esule dal Sudafrica, un paese al centro dell’attenzione della pubblica opinione internazionale per le leggi razziste e di segregazione. Di lui cominciano ad occuparsene l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) e Amnesty International che lo assiste nella sua richiesta di asilo politico, ma gli viene negato perché in quel periodo era in vigore in ’Italia la la cosiddetta clausola geografica e lo status di rifugiato veniva riconosciuto solo a coloro che arrivano dall’Europa dell’Est. Inizia a cercare qualche lavoro: aveva saputo da alcuni immigrati che era possibile lavorare nell’estate del 1988, raggiunge Villa Literno per la raccolta del pomodoro: allora come oggi il bracciantato estivo nelle campagne era un’attività massacrante e sottopagata ma rappresentava l’unica fonte di guadagno per gli immigrati neri. Il 25 agosto 1989 viene ucciso da quattro giovani poco più che adolescenti che volevano rapinare i lavoratori africani della loro paga.
La Cgil chiede e ottiene i funerali di Stato. Il 20 settembre successivo a Villa Literno si terrà il primo sciopero degli immigrati contro il caporalato al servizio della camorra, mentre il 7 ottobre a Roma si svolgerà la prima grande manifestazione nazionale contro il razzismo. Nel febbraio dell’anno successivo, anche su impulso del grande impatto emotivo e politico generato dalla sua uccisione, entra in vigore la legge Martelli, primo discusso tentativo di affrontare il tema dell’immigrazione in Italia con un articolo espressamente dedicato all’asilo.
“Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, un’accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di coltivare il sogno di un domani senza barriere né pregiudizi. Invece sono deluso. Avere la pelle nera in questo paese è un limite alla convivenza civile. Il razzismo c'è anche qui: è fatto di prepotenze, di soprusi, di violenze quotidiane con chi non chiede altro che solidarietà e rispetto. Noi del terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro paese, ma sembra che ciò non abbia alcun peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato ed allora ci si accorgerà che esistiamo”.
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